Questo è un aspetto della cultura indiana che mi ha sempre affascinato molto. Le antiche comunità che ancora oggi perpetuano valori, pratiche e filosofie di secoli fa, è qualcosa che nel nostro mondo Occidentale manca e si è perso quasi del tutto.
Il sikhismo
I Sikh sono i seguaci e praticanti del sikhismo, una religione monoteistica che ha origini antiche. Nata tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo in Punjab, una regione tra India e Pakistan, è una religione poco conosciuta in Occidente ma è la quinta più praticata al mondo. I Sikh si comportano ancora oggi come se fossero fratelli, rappresentano una comunità molto unita e non ci sono divisioni in correnti o sette. Praticano una vita attiva e pratica, che si basa fondamentalmente sull’autocontrollo, la purezza e la lealtà verso il prossimo. I Sikh credono fermamente che esista un solo e unico Dio, del quale devono continuamente ripetere il nome interiormente. Il servizio disinteressato verso la propria comunità e un punto saldo della filosofia Sikh. Inoltre, niente viene goduto in modo individuale o isolato: la prosperità personale deve essere condivisa con gli altri membri.
Il fondatore è il Guru Nanak, che ancora oggi è considerato il primo e più importante dei guru. Il sikhismo era per lui un sistema non solo spirituale ma anche sociale, in grado di dare origine a una società basata su valori universale e sua prosperità condivisa. Fratellanza, uguaglianza e condivisione sono i principi cardine che ancora oggi vendono perseguiti dai Sikh e che rendono questa religione così lontana da noi occidentali, prigionieri dell’individualismo.
Un altro principio cardine del culto Sikh è l’universalismo. Tutto il creato è emanazione diretta della divinità e quindi merita la stessa dignità e lo stesso rispetto. Questo spirito si esprime anche nel ruolo paritario che hanno uomini e donne: non sono ammesse discriminazioni e questo pone i Sikh in aperto contrasto con il sistema delle caste tipico indiano ma anche con le antiche tradizioni hindu.
Filosofia e precetti Sikh
Il Dio Sikh è considerato una sorte di grande magnete che consente di liberarsi dell’egoismo e di vivere la vita virtuosamente con amore. Per i Sikh infatti la liberazione non arriva nell’aldilà ma è nell’aderenza alla verità della vita. Può sembrare complicato come concetto per noi occidentali ma questa filosofia si esprime in alcuni precetti che guidano la vita dei Sikh.
- Divieto di radersi e tagliarsi i capelli. per questo gli uomini Sikh hanno solitamente lunghi baffi, lunga barba e lunghi capelli, che vengono raccolti in turbanti colorati. Le donne portano generalmente un velo.
- Divieto di assumere sostanze inebrianti.
- Divieto di creare una casta ecclesiastica. Questo precetto è particolarmente interessante perché fa capire come l’uguaglianza sia davvero importante per questa religione.
- Divieto di mangiare carne di animali uccisi in modo non rituale.
- Divieto di avere rapporti extraconiugali.
Una volta che sono stati iniziati al culto, i Sikh portano 5 Khalsa sul proprio corpo, ovvero dei simboli che arrivano direttamente dalla tradizione guerriera. I guerrieri Sikh infatti dovettero difendersi dalle persecuzioni religiose e furono costretti a combattere strenuamente. I 5 simboli sono.
- Kara, un bracciale d’acciaio.
- Kaccha, un abito di cotone.
- Kirpan, un pugnale che deve essere utilizzato solo come difesa, per se stessi o per gli indifesi.
- Kesh, che si riferisce ai capelli e alla barba non tagliati.
- Kangha, un pettine di legno che viene utilizzato per raccogliere proprio i capelli.
Ho conosciuto personalmente molti Sikh nel mio viaggio in India e ho raccolto le loro parole nel mio libro.